giovedì 16 giugno 2016

Recensione - Chrno Crusade di Daisuke Moriyama

Come promesso nella recensione di Monster, è giunto il momento di parlare un po’ di Crhno Crusade.
Il mio primo approccio è stato guardare l’anime diversi anni fa, quando ero ancora alle medie ed ero nel periodo della mia vita in cui la mia capacità di giudizio era pari a zero. Perciò ricordo di averlo apprezzato tantissimo. Ora, a distanza di anni, ho deciso di leggere il manga, sperando di restare soddisfatto come lo era stato diverse estati fa guardando l’anime. Del resto, se l’anime era così bello il manga non poteva che essere un altro capolavoro, no?
Ehm, non proprio.
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Titolo: Chrno Crusade
Autore: Daisuke Moriyama
Anno: 1999                                                      
Volumi: 8
Editore: Magic Press




TRAMA

Rosette è una suora che appartiene all’Ordine di Maddalena, un gruppo di esorcisti che combatte i demoni in America negli anni ’30 del secolo scorso. Ad accompagnarla però c’è proprio un demone, Chrno, che in passato ha stretto un misterioso patto con la ragazza. I due hanno lo scopo di trovare il fratello di Rosette, Joshua, e nel frattempo porre fine alle macchinazioni del suo rapitore, Aion, demone ribelle che era stato anni prima alleato di Chrno, prima che quest’ultimo lo tradisse. La battaglia personale di Rosette (alla quale si uniscono anche altri personaggi, come la timida e insicura Azmaria e la strega dei gioielli Satella) contro Aion per il salvataggio di Joshua diventa perciò anche la battaglia per il mondo, perché non diventi vittima dei piani crudeli del demone. Tuttavia, non tutto è così semplice. Ci sono molti punti oscuri e segreti non svelati, che potrebbero rendere qualunque finale, sia che Aion vinca sia che perda, una sconfitta.
Aion prende il nome dalla tipica esclamazione del mignolo contro la gamba del tavolo

LA MIA OPINIONE


Cioè, le premesse meritano. Voglio dire, a me la trama attirava. L’ambientazione è originale per essere un manga, la lotta tra demoni e forze del bene un po’ meno ma insomma, questo, a me perlomeno, non ha tolto la voglia di leggere. Tra l’altro è anche abbastanza breve, sono solo otto volumi. Tra l’altro basta sfogliare il primo capitolo per rendersi conto che è difficile annoiarsi, si legge molto bene. In effetti, pure troppo.

Ebbene sì, Chrno Crusade è troppo scorrevole. Non fai in tempo a capire quello che sta succedendo che nel frattempo sono già accadute altre ventisei cose. Non fai in tempo a realizzare che il duello tra Chrno e il nemico è cominciato che toh, sono già passate venti pagine, è finito, passiamo subito al prossimo evento, non sia mai che la trama risulti statica!
Rosette, la pacatezza fatta suora
Il primo volume è il peggiore sotto questo punto di vista. Gli eventi scorrono sotto gli occhi del lettore senza che questo possa empatizzare con i personaggi o con quello che succede. Complice di questo è anche una sceneggiatura a mio avviso pessima, che molto spesso concentra in una vignetta veramente un sacco di cose.  Allungare un po’ il brodo, in questo caso, sarebbe stato un balsamo! L’autore ha fretta di concludere per non annoiare, incalza il lettore e il risultato è che di quello che succede non resta niente, soltanto una grossa domanda:”già finito?”.

Esistono dei tempi nella narrazione. E stringere troppo è a volte più deleterio che allungare. Così neppure i momenti comici, che rivestono un ruolo discretamente importante visto che c’è un numero non esiguo, riescono a fare ridere. Viene dedicato loro un secondo e poi via a parlare d’altro, come faccio a divertirmi? Far ridere in un fumetto è così difficile anche perché richiede che il lettore simpatizzi non poco con i personaggi e le situazioni, se ne faccia coinvolgere. Una storia distaccata non è divertente, a meno che non si faccia ironia come per esempio Manzoni (che più che sulle situazioni punta sul commento sarcastico del narratore), ma non è questo il caso. E se tutto scorre troppo rapido e alle situazioni viene dedicato troppo poco tempo queste scivolano via, e chi legge non simpatizza.

È difficile rapportarsi con i personaggi anche perché molto spesso sono delle macchiette. Dei quattro protagonisti si salva davvero soltanto Rosette, che presenta una personalità complessa, elaborata e coerente: è una ragazza energica, allegra, che quando si trova di fronte a una difficoltà cerca di trovarci il buono più che farsi abbattere dagli aspetti negativi. Non dico che sia un personaggio che mi sta davvero simpatico, anzi, i suoi atteggiamenti spesso sono un po’eccessivi, per quanto mi riguarda; ma non posso certo dire che non sia ben costruito.
Questo post è per i miei venticinque lettori...
Il problema sono gli altri. Azmaria ha qualche abbozzo di personalità, è timida e insicura, ma oltre questo non va. Chrno e Satella invece sono vuoti. Non hanno personalità, non hanno carattere, non hanno nulla. Non mi vengono in mente aggettivi per descriverli, perché non mi vengono in mente momenti in cui hanno fatto qualcosa che non rientrasse nel loro “ruolo” all’interno della trama. E se il personaggio che dà il titolo al manga e che si suppone quindi essere protagonista non è ben caratterizzato bé, qualche problema è evidente che ci sia.

A parte forse bisognerebbe parlare di Joshua, il quale una personalità la possiede, solo che appare talmente poco che non riesce ad avere un grosso impatto nella mente del lettore. Alla fine di tutto, si ha la sensazione di un’occasione sprecata, di un personaggio che poteva diventare discreto e invece non lo è diventato perché è stato tenuto troppo da parte.

I restanti comprimari più che essere personaggi ricoprono un ruolo. C’è il reverendo che fa andare avanti la trama quando serve, c’è la madre superiora che fa andare avanti la trama quando serve, ci sono gli antagonisti che frenano un po’ la trama quando serve, c’è il vecchio pervertito che non serve a niente ma spia le suore sotto la doccia, eccetera eccetera. Roba assolutamente dimenticabile.
Il maestro del vecchio pervertito
In ultimo, gli antagonisti. Senza arte né parte, direi. Non sono pessimi (per fare un paragone con un libro, non sono quell’orribile parodia di un cattivo che è Tick Tock in Terre desolate, tra l’altro prossimamente su questi schermi), ma questo non significa che possano essere considerati personaggi di spessore. Si collocano in quella zona grigia tra il buono e il brutto. Sono in piena mediocrità.

La trama non appassiona, non conquista, scorre e di lei non resta nulla. All’inizio è troppo episodica perché realmente possa entusiasmare (non che sia sbagliato o negativo di per sé che la trama sia episodica, ma in questo è proprio questo fatto che mi ha impedito davvero di apprezzare), poi diventa effettivamente  più unitaria, ma sempre per quel famoso problema di gestione dei tempi narrativi scivola via lasciando al lettore poco o niente. Rosette e Chrno sono sul treno delle marionette, Rosette e Chrno incontrano Satella che prima è buona e poi cattiva, Rosette e Chrno incappano in una nuova avventura, tutto che fila rapido senza neppure che il lettore se ne renda conto. A ripensarci mi sembra quando mi tornano in mente vecchi ricordi senza importanza, di cui magari resta vivo qualche dettaglio singolo e curioso ma tutto il resto è stato del tutto dimenticato.

È uno di quei momenti in cui direi che 8 volumi sono pochi: se la trama avesse avuto il tempo di essere narrata in modo più accurato e che lasciasse un po’ più un segno sul lettore l’effetto sarebbe stato decisamente migliore. Perciò, qualche volume in più non avrebbe certo fatto male. Ovviamente, se già nella trama principale i tempi sono accorciati nei flashback (che sono una sezione decisamente importante della storia) lo sono ancora di più: il primo flashback di Chrno e Rosette si dimentica nel giro di cinque minuti, quello di Aion e Chrno invece lascia un po’ più il segno, ma siamo ancora sotto il minimo sindacale.
Satella in tutto il suo spessore
Ci sono soltanto due punti che a parer mio restano impressi. Uno è nel quarto volume, ed è quando il gruppo dei quattro protagonisti si scatta la prima e ultima foto insieme; l’intervento del narratore contribuisce a caricare l’evento di pathos e, soprattutto, la narrazione si ferma decisamente, dando tempo al lettore di gustarsi l’episodio e farsi pervadere dal senso di nostalgia che stringe il cuore dei personaggi. L’altra cosa che resta impressa è, invece, l’intero ottavo e ultimo volume, che è su un livello nettamente superiore rispetto agli altri sette. Abbiamo (come prima) un rallentamento della trama, che si sofferma sui punti importanti e su quelli che vogliono lasciare il segno sul lettore, abbiamo nuovi interventi positivi del narratore, insomma, sembra che Moryiama abbia battuto la fiacca per tutto il tempo per poi ricordarsi di saper scrivere soltanto per gli ultimi dieci e passa capitoli. Il finale è forte carico di emozioni, forse un po’ tanto tarallucci e vino visto quello che lo precede, ma non posso lamentarmi. Verrebbe da dire che se tutto il manga fosse come l’ultimo volume sarebbe sì un po’ più lungo, ma anche molto molto migliore.

IN CONCLUSIONE


Cosa rimane da dire di Chrno Crusade? È stata una delusione. Ok, come accennavo all’inizio quando ho visto l’anime non capivo neanche da che parte fossi girato, ma non riesco a credere di aver toppato così alla grande. Spero che l’anime sia migliore, spero che i miei buoni ricordi siano in qualche modo giustificati. Non ho troppa voglia di guardarlo per verificare, ma lo spero.

Lo consiglio, quindi? Naturalmente no. Anche se l’ultimo volume è bello, non vale la lettura disastrosa degli altri sette.

Appuntamento prossimamente su questi schermi con il ritorno di Naoki Urasawa e la recensione di 20th Century Boys!

IL GIUDIZIO DI HISOKA:

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