lunedì 29 agosto 2016

Recensione - Nausicaa della Valle del Vento di Hayao Miyazaki

Tutti conoscono Hayao Miyazaki. È impossibile che chi legge manga e guarda anime non abbia mai sentito parlare dello Studio Ghibli o non si sia mai imbattuto in uno dei suoi film, magari finendo per apprezzare il tratto morbido dei suoi disegni, l’intensità dei colori, la carica emotiva che emana da ogni fotogramma e una poetica profondità concettuale che svela dietro l’apparenza spesso infantile una grande riflessione. Ecco, tutti conoscono questo. Ma c’è una cosa che in pochi conoscono e suppongo che interessi a tutti: a me piace moltissimo. I film sono splendidi (come immagino non si sia capito dalla mia tirata di prima), sono profondi, semplici e intensi allo stesso tempo. Ogni film è un capolavoro, un raccoglitore di emozioni che si dipanano tra colori e figure.

Miyazaki non si è occupato soltanto di film, ha alle spalle anche un manga, Nausicaa della Valle del Vento (da cui poi ha tratto, con forti ridimensionamenti, uno dei suoi primi film, dal titolo omonimo, e che tra l’altro ha ricevuto giusto poco meno di un anno fa un nuovo doppiaggio italiano). Planet Manga ha alcuni anni fa portato in Italia Nausicaa. Io l’ho letto, e l’ho anche riletto recentemente per poterne parlare qui. La lettura vale la pena? Miyazaki è bravo a disegnare manga quanto è bravo a dirigere film? La smetterò con le domande retoriche e comincerò con la recensione?

Nausicaa ci dà l'ok
_______________________________________________
Titolo: Nausicaa della Valle del Vento
Autore: Hayao Miyazaki
Anno: 1982                                                      
Volumi: 7
Editore: Planet manga




TRAMA

Sono passati mille anni da quando una gigantesca guerra ha devastato la società, facendone regredire di molto la tecnologia. Ora nel mondo restano soltanto i resti delle antiche modernità, che risultano quasi un mistero per le persone, in particolare perché i loro poteri distruttivi non sono ben chiari e controllabili.

Oltre alle tecnologie abbandonate, del vecchio mondo rimane un enorme foresta, chiamata Mar Marcio, inaccessibile alle persone senza l’uso di maschere antigas a causa dei miasmi tossici emanati da piante e funghi. Nel Mar Marcio vivono creature bizzarre e pericolose come i Vermi Re, enormi insetti che quando si infuriano si lanciano in una marcia impazzita che devasta tutto ciò che incontra.

Nausicaa è la principessa della Valle del Vento, un piccolo stato protetto dai miasmi dalle montagne che lo circondano. Un giorno approda nella Valle del Vento una aeronave in fiamme, che si schianta al suolo ed esplode. Tra i resti Nausicaa trova una ragazza, proveniente da Pejite, che le affida il suo ciondolo, raccomandandole di consegnarlo soltanto a suo fratello Asbel, e di proteggerlo dalle mire dello stato di Tolmekia. Da quel momento, Nausicaa si troverà coinvolta in eventi molto superiori a lei, finendo a prendere parte alla guerra tra Tolmekia e Dorok, per poi scoprire così, nel tentativo di salvare tutte le nazioni dall’autodistruggersi, gli oscuri misteri del passato dimenticato.

LA MIA OPINIONE


Che Nausicaa della Valle del Vento mi sia piaciuto un sacco non mi pare un segreto per nessuno. È un fumetto splendido, che conquista fin dall’inizio e trascina con pochissime pause narrative verso evoluzioni inaspettate degli eventi fino al climax finale.

Miyazaki, come del resto dimostra ampiamente nei film, è in tutti i sensi un maestro della narrazione. Il plot principale si divide ben presto in diverse sottotrame che riguardano personaggi diversi e che si intrecciano spesso in maniera indiretta o soltanto verso la loro conclusione, e ciascuna di queste sottotrame è gestita in modo esemplare: innanzitutto le viene dedicato il tempo che serve, quindi non troverete mai aspetti trascurati perché l’autore voleva parlare di altro, oppure situazioni sciolte velocemente perché non riguardano la protagonista. Ogni personaggio ha la sua importanza nello svolgersi degli eventi che lo riguardano, e infatti capita spesso che per molte pagine Nausicaa sia messa da parte per parlare di altro. Certo, poi tutto quello che viene narrato in questo modo avrà influenze sul plot principale di Nausicaa, ma sta di fatto che conosco autori che avrebbero dedicato a questi elementi secondari molta meno importanza e molte meno pagine, sminuendoli in importanza e in coinvolgimento.

Kurotowa, un personaggio tutto sommato marginale ma non per questo mal fatto
Anche per via di questo intrecciarsi di sottotrame, seguire tutto il plot non è semplice per nulla. Sia perché spesso tra un evento e l’altro ci sono stacchi narrativi che non vengono spiegati ma soltanto lasciati intuire dalle parole dei personaggi, sia perché spesso ci sono inaspettati cambi di scena (per esempio durante le battaglie con le aeronavi, quando si passa da un’aeronave all’altra senza che il lettore sia avvertito in alcun modo) che possono generare non poca confusione. Diverse spiegazioni per eventi che accadono vengono date molto dopo in maniera indiretta oppure lasciate intendere. Inoltre a tratti viene tirata in ballo la politica (spesso con riferimenti ai singoli regni) e le questioni militari, che arricchiscono il tutto di precisione e accuratezza.

E a proposito di accuratezza, è da lodare Miyazaki nell’attenzione che rivolge ad ogni piccolo dettaglio relativo a situazioni o persone. C’è il popolo con una determinata struttura sociale (tipo Dorok), ci sono le varie leggende che appaiono sotto forma diversa in ciascuna nazione, c’è Tolmekia che ha una determinata suddivisione dell’esercito e una determinata strategia militare e Dorok che invece agisce diversamente. Anche i combattimenti con le aeronavi sono ricchi di dettagli di strategie e sulla struttura con cui sono costruite. Insomma, nulla è lasciato al caso, ogni singola cosa detta o mostrata rientra nel grande mosaico del mondo che Miyazaki ha costruito. Ne deriva che non si ha la sensazione che l’autore crei la trama mano a mano che essa si sviluppa (che poi non è necessariamente un male, qualcuno ha detto Stephen King?), anzi. Si capisce fin dall’inizio che esiste un disegno preciso che viene portato a compimento.

La mappa del mondo
La precisione di cui ho parlato si riscontra anche nel disegno, che è spettacolare. Non nel senso in cui lo può essere il disegno di Kentaro Miura, ha tratti più morbidi (come del resto in generale ha Miyazaki), ma è dettagliatissimo. Scordatevi fondali bianchi, oppure scene confusionarie o incomprensibili, è tutto chiaro, semplice e allo stesso tempo complesso, perché ogni angolo delle vignette è curato all’estremo. Questo dà ovviamente più gusto alla lettura, fa piacere soffermarsi a cogliere gli aspetti anche più nascosti e meno visibili di un luogo o di un oggetto. Aggiunge realismo, credibilità e aumenta l’interesse nel lettore.

Il senso che traspare da tutto ciò è una forte epicità. Le grandi battaglie, i grandi personaggi, le situazioni, ogni cosa si staglia come un gigante nella mente di chi legge. Mentre si prosegue pagina dopo pagina si ha la sensazione di stare leggendo qualcosa di solenne e sublime, come un’antica leggenda dei tempi che furono.

Ottima è anche la gestione dei tempi narrativi, e lo stile della narrazione, che ad essi viene adattato. Miyazaki rifugge i modi banali per far sì che la storia prosegua sciolta e appassionante, come per esempio i cliffhanger, ma si affida alla propria abilità di sceneggiatore. Vengono alternati in modo sapiente momenti più distesi, dove la narrazione si svolge attraverso vignette numerose e con molti discorsi, e momenti dove la tensione aumenta, e le vignette diventano più rapide, con dialoghi più radi e un forte dinamismo. Molto spesso inoltre, nelle scene dove la tensione deve raggiungere il picco massimo, azioni dinamiche vengono bloccate come in una fotografia. Sono momenti di stacco dove l’azione viene colta nel suo svolgersi e cristallizzata. Sono momenti potenti che coinvolgono e suscitano emozioni forti di fronte agli eventi che mostrano.

Quindi sì, la sceneggiatura è ottima, la trama è ottima e ottimamente gestita, i dettagli sono curati con un’attenzione che diventa quasi maniacale. Quello su cui forse si può muovere qualche critica è la creazione dei personaggi, che non sempre è buona quanto il resto. Per quanto riguarda la protagonista Nausicaa, è effettivamente ben caratterizzata, ed è anche un personaggio che riesce a conquistare il lettore. È fin troppo perfetta, quello sì, ma bilancia questo con una personalità estremamente umana, generosa, semplice e sensibile, e al tempo stesso forte e granitica. Un personaggio protagonista di scene poetiche e molto delicate, che in uno scenario di guerra e violenza sono come un raggio di sole. Memorabile la scena del primo volume in cui, dopo aver dovuto dare fuoco a un albero affetto dai miasmi, Nausicaa contempla il tronco ormai arso e morto e desidera di non essere la figlia del capo villaggio (nonché l’ultima rimasta viva), per non essere costretta a trovarsi a fare queste cose, con la consapevolezza che a causa del suo ruolo dovrà sobbarcarsi incombenze ben peggiori. Il tutto seduta su un prato di fronte a un laghetto, a piangere per l’albero morto. Più in generale, non si può finire di leggere i sette volumi senza provare per lei un misto di ammirazione, comprensione e affetto. È un personaggio vivo e credibile, che fa pensare che di persone così ce ne vorrebbero anche nel mondo reale!


Non si possono purtroppo decantare allo stesso modo le lodi degli altri personaggi. Non che siano pessimi, non voglio dire quello, non sono sagome di cartone. Però non reggono il confronto con Nausicaa. Abbiamo il sommo Yupa, amico di Nausicaa e di suo padre, saggio, previdente e intelligente, abile e veloce nel pensare e agire, con grandi doti diplomatiche. Poi Kushana, la principessa di Tolmekia, severa, rigida e spietata ma anche furba e strategica. Insomma, come vedete non sono mal caratterizzati, però appunto, non hanno quella complessità perfetta del personaggio di Nausicaa.

Come chi ha visto almeno un film di Miyazaki sa bene, dietro a ogni storia c’è un significato o una riflessione. Nausicaa della Valle del Vento riassume in sé la maggioranza delle istanze che Miyazaki porterà avanti nei film successivi. Mi soffermerò qui su quelle principali, ma ci sarebbe molto altro da dire.

Le tematiche ambientaliste sono il primo motore della storia: il mondo post apocalittico in cui si svolge il racconto è in crisi ambientale, e fin dall’inizio gli uomini si lamentano di questo. Con mano a mano che la trama prosegue i personaggi realizzeranno piano piano che ha poco senso incolpare la natura della sua ostilità, ma l’unico colpevole è l’uomo, che ha sconvolto gli equilibri ambientali. Dove l’uomo vede ostilità la natura semplicemente si sta purificando. Non è la natura che è fatta contro l’uomo, è l’uomo che ribellandosi non la comprende e cerca di uscirne, ma non essendo ciò possibile non può fare a meno di scontrarsi con lei.

La crudeltà della guerra è condannata fin dall'inizio, insieme alla pericolosità di lasciarsi andare ai propri peggiori istinti, che hanno l’unico effetto di condurre alla violenza. Nausicaa stessa, nonostante sulle prime sperimenti in lei una forma di rabbia che neppure pensava di avere e che la porta a combattere con più ferocia di quanta lei stessa desideri, comprenderà l’insensatezza di questo suo sentimento e comincerà a desiderare la fine dei conflitti. La guerra e la violenza sono insensate perché portano all'autodistruzione, e Miyazaki veicola attraverso Nausicaa questo suo messaggio di pacifismo.


[SPOILER]Ma il messaggio forse più grande che il manga vuole trasmettere, lo stesso che non a caso è espresso in Si alza il vento, l’ultimo film di Miyazaki. Ho deciso di metterlo sotto spoiler perché appunto è questo il significato complessivo di tutti e sette i volumi, che è intuibile poco a poco nel corso della storia, ma viene poi enunciato da Nausicaa stessa alla fine del fumetto contro il sacerdote nella cripta. Conoscerlo senza aver letto il manga significa davvero rovinarsi la lettura. Questo messaggio è una forte e al tempo stesso disillusa esortazione alla vita. Le ultime parole pronunciate alla fine del fumetto da Nausicaa stessa sono “dobbiamo vivere”. L’opera tutta di Miyazaki esorta alla vita, ma non in maniera superficiale o idilliaca. Come Nausicaa dice nel suo confronto con i sacerdoti, le persone non sono perfette, non funzionano, hanno difetti e sbagliano. E a lei, come a Miyazaki, va bene così. La vita, lei urla, è luce che splende nell’oscurità. La vita è come l’uomo, è sbagliata, è imperfetta, è cattiva. Ma vivere sul serio significa accettare tutto questo e continuare con le proprie forze a lottare per quello che si crede, consci che la ricerca della perfezione è stupida ed inutile. La vita è appunto errore e correzione, cercare la perfezione e così disconoscere gli errori significa aver dimenticato che cosa significhi vivere. La vita è movimento, la perfezione è stasi, e la stasi è morte.[SPOILER]

Come si può vedere dunque, tutto ciò di cui si parlerà nei film successivi conterranno in parte i temi che in Nausicaa della Valle del Vento sono trattati in modo puntuale. Darsi alla sua lettura può essere dunque un modo per riflettere su argomenti che ci riguardano nel profondo. Oltre che naturalmente un passo obbligato per chi vuole conoscere Miyazaki.
Hayao felice per la recensione positiva.
Aveva bisogno di pubblicità.

IN CONCLUSIONE


In poche parole, Nausicaa della Valle del Vento è uno dei manga più belli che io abbia mai letto. Intenso, poetico, coinvolgente e potente, in grado di raccontare con abilità una grande storia. Non è una lettura semplice, come del resto sapeva bene e teneva a sottolineare Miyazaki stesso, tuttavia una lettura che davvero consiglio vivamente. Non ne resterete delusi, anzi, vi troverete di fronte a una delle più importanti opere d’arte degli ultimi anni.

IL GIUDIZIO DI HISOKA:



Nessun commento:

Posta un commento