giovedì 16 marzo 2017

Recensione - Steel Ball Run di Hirohiko Araki


La recensione di oggi non sarà oggettiva. So che non è una novità, visto che ogni recensione è la mia opinione e non la verità svelata. Intendevo dire che quella di oggi sarà particolarmente poco oggettiva.

Le bizzarre avventure di Jojo è uno di quei manga che io non mi stufo mai di leggere. Nelle ultime settimane  mi sono messo riletto tutta la settima serie, e ho deciso che su questo blog non poteva assolutamente mancare un articolo su Araki. Quindi se ve lo steste chiedendo sì, è trash. Sì, ci sono poteri assurdi. Sì, i personaggi sono quasi tutti mal caratterizzati. Sì, la trama ha dei risvolti insensati.

Sì, è maledettamente geniale.
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Titolo: Steel Ball Run
Autore: Hirohiko Araki
Anno: 2006                                               
Volumi: 24
Editore: Star Comics




TRAMA

Dai, davvero volete sapere la trama? Davvero pensate che nel momento in cui spunta fuori un portatore di stand con poteri impensabili e intenzioni ostili importi la trama? Mamma mia, come siete pignoli. E va bene.

Siamo in America sul finire del 1800, e il ricco Stephen Steel ha organizzato una corsa a cavallo che partirà da una costa e giungerà a quella opposta. Il viaggio è lungo e difficile, ma il premio è molto ricco, e per questo i partecipanti sono molti e accaniti. Tra questi troviamo alcuni personaggi molto particolari, come Sandman, l’indiano che partecipa per riscattare la sua gente, Pocoloco, che partecipa perché non ha nulla da fare e gli è stato predetto che avrà un periodo molto fortunato, e tanti altri. Un giovane ex-fantino che ha perso l’uso delle gambe in un incidente, Johnny Joestar, tocca la sfera di ferro di un partecipante, J.Lo Zeppeli, e riprende per un attimo a poter camminare. La cosa lo spinge a cercare di scoprire il segreto di questa sfera, e così si lancia nella Steel Ball Run, divenendo ben presto amico di J.Lo e correndo insieme a lui nella gara. Il cammino è erto di insidie: non solo qualcuno dall’Italia, paese natale di Zeppeli, vuole impedire che loro arrivino sani e salvi alla fine, ma qualcosa di ben più misterioso (e pericoloso!) si nasconde dietro la corsa. Qualche con cui ben presto J.Lo e Johnny, volenti o nolenti, dovranno entrare in contatto...


Ad Araki piace, e si vede.

LA MIA OPINIONE


Se avete già letto Jojo sapete cosa aspettarvi, e Steel Ball Run soddisferà in modo perfetto le vostre aspettative. Forse riuscirà perfino a stupirvi.

Nessuno penso che, aprendo a caso una serie di Jojo, creda di trovare i pregi che normalmente rendono un fumetto bello e di qualità. Eppure, Jojo ha un’attrattiva tutta sua, riesce a risultare straordinario pur avendo delle premesse di ben scarso valore. Questo per il motivo che nominavo all’inizio. Jojo è geniale.

E badate, non nel senso con cui potrei definire geniale Liar Game, per dirne uno. O Hunter x Hunter. Ha una genialità tutta sua, tutta particolare, che poi è la genialità unica di Araki.

Ok, forse posso smettere di ripetere sempre la stessa cosa e provare a spiegarmi. Jojo è geniale perché è composto da una serie infinita di trovate che sono una più assurda dell’altra eppure vengono sfruttate al massimo nelle loro potenzialità. Perché quando un personaggio ha un potere lo usa in modo furbo e astuto e sempre variegato (per farvi un esempio di ciò che intendo, è la differenza che passa tra come Rufy usa l’elasticità del suo corpo e come invece la usa Hokushin in Yu degli spettri), cercando di ideare la strategia più intelligente ed efficace in quel momento. L’uso abile dei poteri dei personaggi è di certo la caratteristica più notevole di tutte le serie di Jojo, e Steel Ball Run non fa eccezione. Araki è davvero fantastico in questo, e ciò rende i combattimenti davvero molto interessanti da leggere e da seguire. Non troviamo mazzate alla Dragon Ball o alla Bleach, la strategia la fa da padrona, e appunto, come dicevo prima, la strategia meditata e calcolata nei minimi dettagli e nei suoi risvolti più inaspettati.

Come sa chiunque abbia letto un capitolo di Jojo, i combattimenti sono la struttura portante della trama, che in sostanza è solo un metodo per collegare le une con le altre le varie battaglie. Bisogna dire che Araki fin dall’inizio è stato un patito delle strategie e infatti fin dalla terza serie (quella dove vengono per la prima volta introdotti gli stand, il marchio di fabbrica di Jojo) sui combattimenti non si poteva trovare nulla da dire. Se Stardust Crusaders è la parte che mi è piaciuta di meno è perché lì la trama veramente non esiste, è solo un pretesto per menare le mani. Perché sì, ad Araki della trama non frega niente, quello che gli interessa è inventarsi qualche idea assurda per mettere in seria difficoltà i personaggi e poi inventarsene un’altra per salvarli. Nonostante questo con il trascorrere degli anni è diventato sempre più bravo a creare trame perlomeno decenti, e Steel Ball Run rappresenta un perfetto esempio di ciò. Qui abbiamo un plot che in effetti ha diversi colpi di scena, diverse parti in causa che lottano tra di loro e degli snodi che non sono scontati. Ci sono dei cambi di bandiera e dei tradimenti, perfino. Tutto subordinato alle battaglie e comunque con un ruolo che è rilevante solo in modo relativo, ma voglio dire, per Jojo questi sono passi da gigante!

Wekapipo in una comoda posizione per combattere.

Vi dirò di più, i personaggi non sono proprio da buttare via. Se in Stardust Crusaders avevano tutti quanti una personalità spessa quanto una razza, qui siamo messi meglio. Sia protagonisti che antagonisti hanno un passato ben definito e questo li ha resi in misura diversa quello che sono al momento della storia, inoltre hanno tutti quelle due o tre caratteristiche che li identificano. Per esempio, di solito J.Lo è quello che agisce in modo avventato e impetuoso mentre Johnny quello più riflessivo e prudente (eccetto quando si parla delle sfere di ferro e delle sue gambe). Come vedete non è nulla di particolare, è una caratterizzazione appena accettabile, che di certo in un altro caso avrei cassato come poco precisa e raffazzonata. Ma non in Jojo.

Vi chiedete perché? Semplice. Ha poco senso applicare in modo rigido e asettico dei criteri di valutazione come fossero regole universali di qualità. È stupido che io dica che ogni manga con personaggi poco caratterizzati o con combattimenti senza strategie è brutto. Bisogna osservare caso per caso ciò che l’autore voleva realizzare e trasmettere.

Quando crea e disegna Le bizzarre avventure di Jojo Araki non vuole sfornare qualcosa di profondo o ben organizzato. Vuole soltanto dare corpo alle sue idee assurde, vuole stupire e coinvolgere, vuole che il lettore resti di stucco a leggere della strategia che si è inventato il protagonista con i poteri di trasformare le sopracciglia in fruste contro il cattivo che invece si solletica sempre il naso perché quando starnutisce emette un gas tossico che scioglie tutto ciò con cui entra in contatto. Non gli interessa una caratterizzazione profonda dei personaggi o una trama ricca di snodi, punta su ben altro, ed è questo che va valutato nell’ottica di capire ciò che si ha di fronte piuttosto che inserirlo nel proprio schema mentale rigido e inflessibile di qualità o non qualità.

Quindi Steel Ball Run soddisfa perfettamente lo scopo per cui è stato pensato e realizza in pieno quelli che sono i suoi obiettivi. Vogliamo parlare della sceneggiatura? Avete mai letto qualcosa di così coinvolgente come le sceneggiature di Araki? Non sono come quelle di Urasawa, ma centrano perfettamente nel segno. Spesso rappresentano le scene prese a rallentatore nei loro minimi sviluppi, cambiano prospettiva per mostrare la stessa azione da punti diversi, hanno l’unico scopo a seconda dei casi o di tenere il lettore con il fiato sospeso, o di rendere anche il gesto più semplice qualcosa di assurdo, insensato o bizzarro. In qualunque altro manga non avrebbero senso, ma sono fatte apposta per Jojo.

Quanto a idee, siamo ai massimi storici. Nessuna delle serie precedenti conteneva situazioni così folli, eppure trattate dai personaggi in modo così serio. Un esempio sotto spoiler.


[SPOILER]La Steel Ball Run si rivela presto come una scusa, un pretesto ideato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump Funny Valentine per bombardare la Corea del Nord impossessarsi di un oggetto di capitale importanza nella storia del mondo, un oggetto leggendario e straordinario che possiede un potere smisurato, e che è stato diviso in nove pezzi nascosti in nove punti diversi in tutta l’America. Sto parlando del – tenetevi forte – corpo di Gesù Cristo in persona personalmente!

Non so se mi spiego. Gesù Cristo. In America. Non è semplicemente geniale?[SPOILER]

Ok, mi rendo conto che è assurdo, ma come dicevo prima non conta, non importa, è perfetto così! Questo è quello che uno si deve aspettare da Jojo, e questo è quello che riceve. Quindi sì, Steel Ball Run non è per tutti, perché va preso per quello che è, soltanto così si può apprezzare seriamente.

II combattimenti, che già lodavo in precedenza, seguono l’usuale schema che ritroviamo anche nelle altre serie di Jojo, ed è poi la ragione, insieme alla sceneggiatura, per la quale sono così coinvolgenti. Lo schema è pressappoco questo. Si comincia in una situazione di normalità, in cui i protagonisti stanno facendo qualcosa di ordinario, come per esempio che ne so, comporre canzoni che ripetono in loop pizza-mozzarella. D’improvviso succede qualcosa di strano, che i protagonisti non riescono a spiegare e che presto scopriranno essere diretto contro di loro. A questo punto salta fuori che quello è il potere di un nemico che li sta attaccando per qualche ragione che non importa a nessuno, quello che conta è capire la vera natura di quel potere per poterlo poi contrastare. Dopo aver subito vari attacchi ed essere stati feriti nei modi più improponibili (ferite che scompariranno magicamente a fine della battaglia, ma di nuovo non importa a nessuno), i protagonisti intuiscono in cosa davvero consista il potere nemico e lo respingono con una strategia inaspettata. Seguono varie pagine di sberle ignoranti e il nemico è finito, possiamo passare al prossimo.

Questo schema è sfruttato in tutte le sue potenzialità, in tutte le sue variazioni possibili e immaginabili. Ed è per questo che i combattimenti sono così ben realizzati, perché i protagonisti si trovano sempre nella peggiore situazione possibile (ulteriore esempio di questo è che i nemici sanno quasi sempre che potere hanno i protagonisti, ma non vale mai il contrario) e devono trovare soluzioni sempre più ingegnose per uscirne vivi. Questa costante situazione di svantaggio di quei personaggi per cui il lettore parteggia genera una tensione che non se ne va quasi mai e tiene in continuazione con il fiato sospeso. Del resto, c’è un motivo se i combattimenti di Jojo sono tra i migliori che io abbia mai letto.

Il presidente degli Stati Uniti che ha organizzato la steel ball run.

IN CONCLUSIONE


In caso qualcuno si stesse chiedendo perché ho deciso di recensire per prima la settima serie la ragione è semplice: mi andava di rileggere questa, e del resto le serie di Jojo sono abbastanza indipendenti l’una dall’altra, quindi non creava alcun problema.

Comunque, Steel Ball Run è un manga molto ben realizzato, che si propone di intrattenere il lettore con trovate assurde e poteri impensabili, con una vagonata di tensione e picchi di stupore a ogni pagina, e ci riesce in modo perfetto. Se vi piace il genere, se amate il trash, non potete perdervelo. Se vi piacciono le mazzate con strategia e intelligenza non potete perdervelo. Se cercate il fumetto della vita, la grande opera d’arte seria e che si prende sul serio, bé, allora girate al largo.

IL GIUDIZIO DI HISOKA:

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